L’Amaro svedese ha sempre fatto parte della Farmacopea Ufficiale (manuale farmaceutico che contiene ricette ed indicazioni per la preparazione ed il controllo della qualità dei preparati erboristici e dei medicamenti) dal medioevo ad oggi.
All’inizio del XVI secolo Paracelso, medico, astrologo ed alchimista svizzero, formulò una ricetta a base di mirra, aloe e zafferano, estratti in alcol, che definì “Elixier ad longam vitam” (elisir di lunga via).
Nel XVII e XVIII secolo, il medico svedese Dott. Samst riprese la ricetta dell’Amaro svedese tramandata dalla sua famiglia e la mise per iscritto.
A lui si riconduce il nome “svedese” dell’Amaro ed anche il manoscritto ove vengono citate, in 46 punti, le diverse affezioni per le quali si possa utilizzare.
250 anni più tardi questo manoscritto arrivò nelle mani della signora Maria Treben che la portarono ad utilizzare questo preparato per guarire da un grave attacco di tifo.
L’Amaro svedese fu l’elemento decisivo che la spinse ad occuparsi delle preparazioni a base di erbe.
Il successo di tale scoperta lo si deve al libro che essa scrisse “La salute della farmacia del Signore” con oltre 8 milioni di copie vendute.
Tecnica di preparazione dell’Amaro svedese
(secondo la ricetta di Maria Treben)
Ingredienti:
- 10 g di Aloe o polvere d’Assenzio
- 5 g di Mirra
- 0,2 g di Zafferano
- 10 g di foglie di Cassia
- 10 g di Canfora cinese
- 10 g di radice di Rabarbaro
- 10 g di radice di Curcuma
- 10 g di Manna
- 10 g di Teriaca Veneziana
- 5 g di radice di Carlina
- 10 g di radice di Angelica
La particolarità di questa ricetta, giunta a maturità nel corso dei secoli, consiste nella combinazione riuscita delle erbe e dei loro principi attivi che si sostengono, in modo favorevole, senza danneggiarsi come antagoniste nella loro azione.
Queste erbe svedesi vanno messe a macerare in un litro e mezzo di acquavite di grano o di frutta a 40°, in una bottiglia dal collo largo, lasciandola riposare per 15 giorni, esponendo al sole o in vicinanza di una fonte di calore.
Scuotere ogni giorno, prima di filtrarla per il travaso in una bottiglia più piccola e sempre prima del suo utilizzo.
Ciò che non viene travasato può essere conservato oltre un mese e mezzo.
Conservazione
L’Amaro svedese va conservato dentro delle piccole bottiglie chiuse ermeticamente e riposte in frigorifero.
Si può conservare per molti anni, più riposa, più ne aumenta l’effetto.
Proprietà terapeutiche
L’Amaro svedese è considerato una vera e propria panacea.
Utile per curare e prevenire ogni tipo di disturbo, può essere utilizzato sia per uso interno che per uso esterno mediante impacchi.
E’ molto efficace per la purificazione dell’organismo, in quanto, attiva i processi metabolici, stimola il fegato ad una maggiore azione disintossicante ed i meccanismi di eliminazione delle scorie da parte dei reni e dell’intestino.
Diminuisce i dolori reumatici, la spossatezza e la stanchezza ed è utile anche per combattere i disturbi della digestione come la pesantezza, la flatulenza, le coliche, il mal di stomaco, la stitichezza e l’intolleranza alimentare verso alcuni cibi.
Effetti indesiderati
E’ sconsigliata l’assunzione solo in caso di diarrea, poiché, potrebbe peggiorarne gli effetti.
In questo caso è bene fare attenzione alle dosi.
Modalità di somministrazione e dosaggio
Uso interno:
In caso di dolori reumatici, allergie o per una disintossicazione generale, se ne consiglia l’assunzione per 8-10 settimane due volte all’anno.
In caso di disturbi digestivi, assumere un cucchiaino da tè prima di mangiare al mattino, a mezzogiorno e alla sera.
Se si ha mangiato pesante assumere uno o due cucchiaini da tè dopo il pasto.
Per dormire meglio assumere un sorso di Amaro svedese prima di andare a letto.
Se si ha la diarrea, assumerne un cucchiaino da tè al giorno.
Se non si sopporta il gusto amaro, si può diluire in una tazza di tisana, di acqua o di succo.
Si possono anche assumere le compresse che possiedono lo stesso effetto terapeutico dell’Amaro in forma liquida, ottima soluzione soprattutto per chi non può o non vuole assumere alcol.
Uso esterno:
Possiede un effetto rinfrescante, antinfiammatorio, astringente, disinfettante e stimolante della circolazione sanguigna.
Per trattare infiammazioni locali è molto utile sotto forma di impacchi o semplicemente bagnando la parte del corpo da curare.
Per le punture d’insetto, brufoli, pelle impura, acne o in caso di varicella, bagnare la parte da trattare, picchiettando più volte al giorno, con un po’ d’Amaro.
I risultati si vedranno nel giro di un giorno e nel caso della varicella non resteranno cicatrici.
Nel caso delle punture d’insetto è importate applicare l’Amaro il prima possibile per lenire il dolore.
Nel caso di raucedine e mal di gola, fare dei gargarismi, preferibilmente senza diluire l’Amaro, nelle dosi di tre cucchiai da tavola.
In caso di mal di testa o affaticamento agli occhi, applicare due batuffoli d’ovatta inumiditi con l’Amaro esercitando una leggera pressione e lasciando agire per 10 minuti.
Per il mal di testa, distendersi per 15 minuti applicando un’asciugamano inumidito con l’Amaro sulla fronte.
Se il dolore è localizzato sul retro porre l’asciugamano sulla nuca.
In caso di infiammazione alle tonsille, raucedine, ferite, dolori articolari e mal di pancia, effettuare un impacco:
- Spalmare uno strato di crema alla Calendula sulla parte da trattare (eviterà alla pelle di irritarsi e seccarsi a causa del lungo contatto con l’alcol).
- Inumidire una pezza con delle gocce d’Amaro, senza diluirlo, ed applicarla localmente fissandola con della pellicola trasparente.
- Ricoprire il tutto con una fasciatura mediante una garza o un panno di lana.
L’impacco va tenuto almeno un’ora o tutta la notte e anche se tendente a macchiare si lava senza alcun problema.
L’Amaro svedese si è rivelato utile anche in caso di brutte malattie di cavalli, gatti e cani.
In Germania viene venduto in farmacia come rimedio casalingo, mentre, in Francia, Olanda e Belgio viene impiegato come tonico quotidiano.