Le nostre difese immunitarie sono costituite da particolari strutture cellulari specializzate nello sconfiggere diversi microrganismi patogeni (batteri, virus, funghi e parassiti).
Il sistema immunitario reagisce non solo nei confronti di agenti esterni, ma anche in caso di cellule danneggiate o cancerogene presenti all’interno del nostro organismo, che devono essere rimosse.
E’ evidente, l’importanza di un corretto funzionamento delle difese immunitarie che serve a garantire i processi di cura, guarigione e di convalescenza.
Negli individui sani questo sistema equilibrato funziona alla precisione garantendo protezione contro gli agenti nocivi.
In quelli malati, invece, le difese immunitarie risultano sbilanciate causando all’organismo difficoltà di difesa e uno stato di allerta continuo che può dare origine ad un processo infiammatorio a volte asintomatico.
L’indebolimento è dato spesso da cattive abitudini alimentari, intense vaccinazioni, abuso di farmaci utilizzati scorrettamente (antibiotici), da ansia,stress e sbalzi termici.
Cure naturali
Per garantire l’efficienza delle nostre difese immunitarie, oltre ad un adeguato stile di vita, si può ricorrere all’uso di rimedi naturali in grado di contrastare la proliferazione microbica e di rafforzare le difese dell’organismo.
Alcune delle piante officinali più utilizzate a tal scopo, utili sia ai grandi che ai piccini, sono l’Echinacea, l’Uncaria e l’Astragalo.
Rimedi naturali difese immunitarie:
Echinacea (Echinacea purpurea)
Le parti di pianta officinale utilizzate sono le radici e le sommità fiorite.
L’Echinacea già dai primi del 900 era conosciuta ed utilizzata nell’America del Nord dagli indiani per stimolare le difese immunitarie, e ancora oggi, viene somministrata per uso interno per ridurre la durata delle malattie e dei sintomi.
Negli ultimi decenni sono stati effettuati molti studi sui suoi meccanismi d’azione, e in numerose analisi cliniche, si è potuto dimostrare l’effetto rinforzante che l’estratto fresco della pianta ha sui globuli bianchi.
Questo effetto dato dagli eteropolisaccaridi, inuline e fruttani (principi attivi più significativi), migliora la resistenza dell’organismo al contagio, abbrevia i tempi di guarigione, e limita il fastidio dei sintomi.
La tintura di Echinacea è uno stimolante naturale contro le malattie da raffreddamento e le infezioni, perché attiva in modo indiretto le forze di resistenza del corpo.
E’ consigliabile, dunque, utilizzare la tintura come prevenzione se si è a contatto con soggetti malati sul posto di lavoro, a scuola nel caso dei bambini, durante i periodi invernali e in quelli di maggior stress.
E’ risaputo, infatti, che condizioni di disagio e stanchezza fisica possono portare all’indebolimento delle difese immunitarie e allo scaturire di malattie ed infezioni.
L’Echinacea è un’erba adattogena (induce l’organismo a reagire migliorandone le condizioni psicofisiche) con proprietà antinfiammatoria soprattutto per le affezioni delle prime vie respiratorie (gola, naso), antibatterica ed antimicotica.
Modalità di somministrazione e dosaggio
In commercio si trovano tinture madri, sciroppi ed estratti secchi a base di Echinacea.
Gli estratti secchi hanno dosaggi che vanno dai 300 ai 900 mg al giorno di polvere, nei prodotti standardizzati e titolati si scende a 100-200 mg al giorno.
Le dosi di assunzione della tintura cambiano in base all’uso che se ne vuole fare: per prevenire o per curare.
La dose di tintura di Echinacea da assumere come prevenzione è di 20 gocce 3 volte al giorno.
Per curare il raffreddore o l’influenza assumere subito ai primi sintomi 50 gocce, ed ogni ora 10 gocce per uno o tre giorni fin quando i sintomi non migliorano.
Successivamente ridurre le dosi a 20 gocce tre volte al giorno fin quando la malattia non sia stata superata.
Effetti indesiderati
E’ consigliabile non assumere l’Echinacea per periodi di tempo troppo prolungati poiché si rischia di far abituare l’organismo all’azione della pianta perdendo l’effetto fitoterapico.
Durante le stagioni invernali assumere per tre mesi e sospendere per sei.
Evitare l’uso in gravidanza ed allattamento e la somministrazione ai bambini della prima infanzia. E’ preferibile somministrarla ai bambini con età superiore ai 12 anni (8 mg per kg di peso) poiché potrebbero manifestare fenomeni allergici.
Non è adatta ai soggetti affetti da patologie autoimmuni perché potrebbe causare iperattività del sistema immunitario.
Uncaria (Uncaria tomentosa)
Le parti di pianta officinale utilizzate sono la corteccia, i fiori e la radice.
Conosciuta anche con il nome “Unghia di gatto”, l’Uncaria è una pianta originaria delle foreste del Sud America, molto apprezzata ed utilizzata dalle popolazioni peruviane per rinforzare le difese immunitarie.
Al giorno d’oggi sono stati condotti molti studi sperimentali che hanno dimostrato l’efficacia dei suoi componenti attivi più importanti (oxindoli, irsutina, rincofilina ed alcaloidi pentaciclici).
Grazie a questi principi attivi, l’Uncaria è in grado di inibire le molecole proinfiammatorie (citochine) che attivano le risposte infiammatorie in caso di infezione, prevenire la morte dei globuli bianchi nei soggetti che assumo farmaci antitumorali e lenire gli effetti collaterali.
E’ una pianta immunomodulante, in quanto, grazie al suo contenuto in alcaloidi pentaciclici, stimola la produzione di anticorpi (linfociti B e T), regolando le difese immunitarie.
L’Uncaria è ,dunque, utile sia per la prevenzione che per la cura delle più comuni malattie da raffreddamento, nel trattamento delle allergie, nelle malattie degenerative e nelle sindromi da immunodeficienza (HIV).
Modalità di somministrazione e dosaggio
L’Uncaria viene assunta con dosaggi che variano da 1 a 3 grammi al giorno di corteccia polverizzata.
L’estratto secco nebulizzato e titolato in alcaloidi ossindolici totali deve essere minimo al 3%.
Il dosaggio giornaliero dell’Uncaria va da 2 a 4 mg per kg di peso corporeo, da assumere in due volte preferibilmente lontano dai pasti.
Per la tintura assumere 30-40 gocce tre volte al giorno.
Effetti indesiderati
E’ sconsigliato l’utilizzo dell’Uncaria in gravidanza ed allattamento. Il consumo di dosi eccessive porta a disturbi gastrointestinali come nausea, vomito e diarrea.
Non assumere in concomitanza con ciclosporina e farmaci post trapianto, perché tendenti a sopprimere il sistema immunitario, onde evitare il rigetto del nuovo organo.
Astragalo (Astragalus membranaceus)
Le parti di pianta officinale utilizzate sono le radici.
Noto anche con il nome “Huáng qí”, l’Astragalo è una pianta cinese molto conosciuta nella medicina orientale come tonico ricostituente ed energetico.
Studi recenti hanno evidenziato che questa pianta è molto utile, oltre che per rinforzare le difese immunitarie, quando si è sottoposti a chemioterapia o radioterapia.
L’attività sul sistema immunitario è data dalla sua componente in polisaccaridi (principi attivi più significativi), che stimolano la fagocitosi migliorando l’attività dei linfociti T.
Le proprietà antinfiammatorie ed immunostimolanti della sua radice vengono utilizzate anche per combattere la infezioni virali (influenze e raffreddori), rendendo il sistema immunitario più resistente agli attacchi da parte di agenti infettivi ed accelerando il processo di guarigione.
Non a caso è ritenuto il miglior rimedio naturale per il sostegno dell’apparato bronco-respiratorio.
L’Astragalo possiede, inoltre, un’azione epatoprotettiva molto utile per disintossicare l’organismo dai farmaci assunti durante le cure.
Modalità di somministrazione e dosaggio
La somministrazione di Astragalo avviene sotto forma di capsule o compresse in integratori spesso associati con altre piante officinali.
I dosaggi di estratto secco della radice d’Astragalo, si aggirano intorno ai 350 mg per 3 volte al giorno.
Assumere fino a 500 mg al giorno se preso singolarmente; insieme alla formulazione di altre piante officinali con proprietà simili, assumere a dosi inferiori (100-200 mg giornalieri).
Effetti indesiderati
Uno scorretto utilizzo d’Astragalo può causare abbassamento della pressione, stanchezza e vertigini.
Non utilizzare in gravidanza ed allattamento, chiedere sempre il parere medico e non assumere in concomitanza con farmaci antivirali ed immunostimolanti.